10 Paradisi terrestri che scompariranno

Si parla sempre più spesso di cambiamenti climatici, di surriscaldamento del pianeta, di problemi ambientali… A quanto pare la terra è in pericolo e la causa di tutti i suoi problemi siamo proprio noi. Noi con la nostra tecnologia, con il nostro sfruttamento senza valutare le conseguenze, con il nostro sovrappopolamento. Innalzamento del livello del mare, desertificazione, monsoni torrenziali,oceani che si innalzano e si acidificano, ghiacciai che si sciolgono. Qualche mese fa ho letto il titolo sulla home page di libero: ‘I 10 posti da vedere prima che spariscano’. Articolo simile poi è uscito su Focus. Forse allora dobbiamo pensarci sul serio…

Venezia: è una delle prime meraviglie che scomparirà a breve, si parla di alcune decenni. Dal 1897 ad oggi il livello del mare è aumentato di 30 cm e sempre più spesso i cittadini sono costretti a lottare con l’acqua alta. E chissà se la famosa diga Mose la cui costruzione è iniziata nel 2003 porterà qualche risultato positivo, noi ce lo auguriamo!

Anche un’altra meraviglia vicino a noi potrebbe sparire entro il 2050:      i ghiacciai delle Alpi. Nell’ultimo decennio sono arretrati di circa il 10% all’anno.

Stesso discorso vale per il Glacier National Park del montana dove un secolo fa si contavano 150 ghiacciai mentre ora l’appello è di soli 27, e sembra che entro il 2030 anche gli ultimi rimasti spariranno. Nel nord-ovest le piante e gli animali della zona hanno bisogno di acque fredde per sopravvivere, ma con il surriscaldamento del pianeta l’intero ecosistema è in pericolo.

Così succede in Patagonia, terra ricca di ghiacciai. Si parla che nel giro di cinquant’anni il paesaggio cambierà radicalmente.

Se da una parte i ghiacci si sciolgono e il livello del mare si innalza, dall’altra, il surriscaldamento del pianeta crea problemi molto diversi. E’ il caso dell’Africa sub sahariana che vede la sua terra scomparire mangiata dall’arido deserto del Sahara, 800 metri al mese. Entro qualche decina di anni l’Africa del nord potrebbe scomparire.

Anche il sud dell’Australia il discorso è uguale a causa della forte siccità e dai conseguenti incendi.

Pericolo di incendi e di siccità anche per la selvaggia tundra artica dell’Alaska, minacciata dell’innalzamento delle temperature.

E come dimenticare ciò che di più bello e delicato c’è al mondo? La Grande Barriera Corallina al largo della costa del Queensland, nell’Australia nord-orientale. E’ la più grande barriera di corallo al mondo, costituita da oltre 2900 barriere singole e da 900 isole. L’innalzamento delle temperature dei mari, l’inquinamento dell’acqua, l’acidificazione degli oceani e i continui cicloni stanno distruggendo in pochi decenni ciò che la natura ha costruito in 8000 anni. Gran parte di questo sistema è protetto dal Parco Marino che limita l’impatto umano provocato da sovra sfruttamento e turismo.

E non possiamo non citare le Maldive, arcipelago dell’Oceano Indiano che rischia di essere completamente sommerso dal mare.

Ultimo, ma non per ordine di gravità è il Bangladesh, con i suoi inverni miti, con la stagione calda e umida e la stagione del monsone che sempre più spesso scatena inondazioni, cicloni tropicali, tornado e mareggiate. Se l’acqua del mare si innalza di un metro, la regione verrà inondata di circa 50%.

13 thoughts on “10 Paradisi terrestri che scompariranno

  1. Mi chiedo se queste cose le vediamo solo noi…..perchè i pericoli evidenti che corriamo sono a chi comanda e a chi decide invisibili? Forse perchè fare qualcosa per il bene della nostra terra non porta potere o denaro…. Speriamo ci si renda conto al più presto di quello che succede, intanto, noi nel nostro piccolo, cerchiamo di non peggiorare la situazione, è tutto quello che possiamo fare.

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    • Silvia è davvero molto triste quello che accade attorno a noi, e la cosa più triste è che non si vedono molte soluzioni. Anche le singole azioni che una persona compie per salvaguardare il suo ambiente, purtroppo non bastano più… Sono fiduciosa però, credo che un domani lassù in alto, lassù dove ci sono quelle persone sedute a decidere le sorti di un paese, vengano fatte scelte consapevoli per risolvere questi e molti altri problemi. Chiamatemi ingenua, non so, ma spero che un giorno accada!

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  2. tutto cambia ma nulla si distrugge, non è assurdo seppur incrdibile, un tempo esistevano i dinosauri, esitevano tante razze animali e vegetali estinte, nno è detto sapere in quale percentuale sia stata influente l’azione del mondo ma c’è da dire che i mutamenti sono ciclici e previsti dalla natura.
    Sbaglio?

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    • Si, è un ciclo, hai ragione. Però se l’uomo non fosse così presente nel modificare la natura che lo circonda (es. disboscando le foreste, costruendo e ampliando le città, sfruttando tutte le risorse che la natura ci da senza pensare che forse queste svaniranno..) le conseguenze delle azioni dell’uomo sarebbero meno invasive per la terra. Noi l’abbiamo sfruttata troppo e questo ha causato il cambiamento del clima.
      E’ vero, anche i dinosauri si sono estinti e una delle ipotesi è quella del cambiamento climatico non causato dall’uomo(glaciazione), ma oggi noi uomini abbiamo la capacità di studiare in modo scientifico le conseguenze delle nostre azioni, e quindi è provato che il cambiamento del clima è causato dell’uomo.
      I cambiamenti ci saranno sempre, ma se si riuscisse a non favorirli sarebbe meglio! ^___^

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      • No spè.. @scrivi
        non ho detto che li favorisco, ma scherzi?
        Sono anche io per il rispetto in senso ampio, degli animali della terra dell’ambiente delle piante e del mondo.
        Però c’è da dire che le relazioni dirette del cambiamento climatico con l’azione dell’uomo non sono altro che ipotesi per niente dimostrate.
        Ciò non toglie che l’uomo non fa certo del bene al pianeta!!
        Ma non abbandoniamoci a catastrofismi… tutto ha una fine, tutto ha un ciclo di mutazione, forse venezia sparirà.. è plausibile, sarebbe una grave perdita, possiamo cercare di ritardarne la scomparsa ma resta di fatto che Venezia non può essere spostata ne elevata.
        Sarebbe bello poter fare di più…

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    • Io vivo vicino Venezia… sono preoccupata eccome!! 😉
      Scherzi a parte, si, forse non serve fare allarmismo, forse sono notizie esagerate, forse… Sinceramente spero che sia tutto frutto di una buona campagna di sensibilizzazione per far squotere gli animi della gente e di chi può fare qualcosa! … mah.. faccio fatica a pensarla così però..

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  3. Consco il Paese del Bengala e la sua capitale, Dacca. E’ difficile pensare a questa realtà come un paradiso, anzi per molti suoi abitanti è un inferno e la responsabilità è sociale e politica, non climatica. Non per questo deve sparire. Deve cambiare.

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    • No Francesco, io ho riportato questa notizia e ho parlato di paradiso terrestre prendendo in considerazione le particolarità naturali della zona, non la situazione politica ed economica della regione. E’ un paradiso perchè è caratterizzato dalla pianura formata dal Gange, questa pianura è una delle pianure più fertili al mondo, con una foresta di mangrovie più grande al mondo, e quindi specie animali e vegetali particolari.
      Anche se la situazione politica cambiasse, questo non risolverebbe il problema che la maggior parte della regione è appena a 12 metri dal livello del mare e se il livello del mare si alzasse di solo 1 metro, il 50% di questi territori scomparirebbe.
      La mia voleva essere solo una valutazione di questo genere, spero di essere stata chiara ora.

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  4. Il tuo articolo, parole ed immagini, da un’ informazione chiara su luoghi dove è in atto un’agressione climatica. Che questi luoghi possano essere definiti tutti dei paradisi terrestri è dubbio.
    La mia, quindi, è stata una reazione, quasi istintiva, a leggere che il Bangladesh è un paradiso terrestre. Ho visitato il Bangladesh dall’India dove ho vissuto e lavorato, tre volte anche durante la stagione più critica quella dei monsoni. Mai ho avuto, nonostante il fascino del delta, l’ impressione di visitare un paradiso terrestre, anzi. Per chi non ci è stato vi sono articoli e documentari che lo descrivono. Sfido chiunque a definirlo paradiso terrestre, questo se mai è esistito non aveva certo per capitale Decca.
    I cambi climatici influiscono sulla temperatura , sulle precipitazioni e sui livelli del mare livelli del mare e provocano nel Begala Orientale (come in altre parti del mondo) scarsezza di cibo, acqua e suolo e ‘aumento di disastri naturali. Inoltre causano instabilità politica, sociale, economica ed un fenomeno macroscopico di migrazione, foriero di conflitti anche armati a llivello regionale.
    Il cambiamento climatico richiede misure a livello mondiale ma anche importanti azioni di correzioni e di mitigazioni a livello locale. In Bangladesh nella campagna elettorale a questo tema è non è stata data l’importanza che merita. I partiti al governo (AL, BNP) al di là di dichiarazioni di principio sono incapaci di mettere in atto azioni adeguate. Vi è quindi contrariamente a quanto affremi una relazione tra polirica, anche locale, e disastri ambientali.

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    • Si, sul fatto che politica e disastri ambientali siano in relazione non lo metto in dubbio. E sono d’accordo che il Bangladesh e tutta la regione non sia un paradiso terrestre se lo guardiamo dal punto di vista politico e sociale. Nessuno mai ci andrebbe a vivere. Però sul piano ecologico e naturale in questa zona esistono specie vegetali e animali rarissime che stanno scomparendo a causa dell’azione dell’uomo e quindi del clima. Se la regione fosse più forte politicamente ed economicamente, forse, ma moooltooo forse, ai vertici atterebbero qualche piano per difendersi da questi problemi. Ti do ragione quando dici che il banglasesh non è un paradiso terrestre, è però una zona che mmmhmm, non so come posso dirlo, a livello scientifico è importantissima.
      Concordo su tutto quello che affermi. Anzi, sicuramente tu sei molto più afferrato in fatto di situazione politica ed economica! 😉

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  5. Il tua articolo ha una funzione positiva di informazione e stimolo alla discussione, spero che tu l’abbia pubblicato anche in altri siti. Io visitato l’ottimo ” In parole semplici” per caso, sono interessato alle storie ed alla scrittura come mezzo di racconto delle storie.
    Per quanto riguarda Venezia (anch’io vivo in Veneto9, proprio a Porto Marghera si è tenuto un importante workshop “Democrazia e beni comun: tra crisi ecologicae riconversione produttiva per un nuovo modello di sviluppo”. Nel Manifesto di oggi vi è un articolo che descrive quanto sui è discusso.
    Per quanto riguarda il Bangldesh il rischio dell’innalzamento del livello del mare con minaccia solamente un habitat che un un valore ecologico, ambientale e scientifico ma anche milioni di vite umane. Tra i luoghi che elenchi è forse quello le cui conseguenze sociali di una catastrofe ambientali sarebbero più dramamtiche. La stessa capitale Dacca sarebbe coinvolta nel disastro. Ho visitato Dacca perchè sono interessato alla problematica delle megalopoli e volevo scrivere qualcosa ambientato in una megalopoli orientale, poi per ragioni che confesso anche commerciali ho scelto Bombay.
    Ma c’è un bel romanzo edito da Metropoli d’Asia “Come un diamante nel cielo” della scrittrice bengalese (orientale) Shazia Omar che dà un’idea della vita laggiù

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    • Grazie, mi fa tanto piacere che hai trovato questo articolo interessante e soprattutto che ne abbiamo discusso così. L’ho pubblicato sul mio blog personale, ma è qui che ha dato una maggiore fonte di confronto!
      Non sono riuscita a leggere l’articolo sul manifesto perchè il tuo commento l’ho letto solo ora e online il giornale si può vedere solo a pagamento. Spero che oltre alla discussione dei problemi, si sia discusso su possibili soluzioni!
      Ti ringrazio anche per il consiglio sul libro, lo terrò presente appensa andrò in libreria!
      Grazie per tutto!!!

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