Un altro giorno alla finestra

Ed entrammo a scaldarci nelle tue mani
con gli occhi scalzi e freddi
contando i passi ad ogni passo
recitando tutte le poesie di Hikmet
(che il Bosforo abbia pietà della sua anima)
vestendoci di blu
come le colline che non riuscivamo a vedere.
Piano, non dimentichiamoci i miei respiri
sempre più corti
sempre più felicemente altrove,
dove ballano insieme all’odore acerbo dei prati.
Stammi vicino, al mattino
quando il silenzio che mi copre la fronte
mi tende la mano e anche le labbra.
Io non sono che un frammento del nulla
nel tutto di una vita, che non è mia
che non è nostra
che è solamente un pezzetto della tua.
L’amore mi distrugge
mi ubriaca col suo vino alle rose
mi trascina sulla polvere della mia ansia
partecipandomi il segreto di tutta una vita.
Aspettami qui, vado a cercare qualcosa per farti ridere
così almeno m’innamorerò del sonno stanotte,
m’addormenterò
con il profumo flebile della luna sul petto
aspettami ancora un po’
sto arrivando con un sacco di giorni caldi
ho anche un po’ di malinconia,
ma quella non manca mai,
quella non può mancare mai.

Socchiudo la porta,
e apro la finestra: guardare la mia strada da qui
accarezzare i cani con gli occhi
salutare i passanti che non conosco
che cosa posso essere di più?
Che cosa posso essere?
I miei gomiti appoggiati al davanzale,
un altro giorno alla finestra
e un altro tramonto si sparerà nel cuore.
Come quel poeta russo che non ricordo.
Che Lenin lo protegga, per sempre.

Un altro giorno alla finestra

4 thoughts on “Un altro giorno alla finestra

  1. molto bella, romantica e malinconica, ho apprezzato molto alcune associazioni….con gli occhi scalzi e freddi……Io non sono che un frammento del nulla nel tutto di una vita……e un altro tramonto si sparerà nel cuore…..parole che nascono da una sensibilità profonda. Complimenti davvero, un caro saluto.

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