Bastava una sola parola per evitare che il sole si spegnesse; bastava un gesto, semplice come un sorriso. Forse tanto semplice da diventare irraggiungibile, quel sorriso; tanto semplice da trasformarsi in smorfia di dolore.
Io ho affrontato la battaglia completamente disarmata, perché non ho mai saputo cosa fosse in realtà la guerra. La mia pelle nuda esposta a un mondo estraneo e un cielo senza sole, i miei unici ricordi.
Semplice per me, che vivo la lealtà come un credo; ma non per te, forse, che sei il mio opposto.
Ma io questo non l’ho capito in tempo e non ho saputo fare altro che spingerti verso un lago di non detto. Ti ho annegato, in quel lago, con le stesse mani con cui ti ho accarezzato. Ti ho sommerso di lacrime e di sangue finché non respiravi più.
E mentre vedevo la tua vita scivolare via, osservavo il cielo grigio riflettersi sull’acqua. Bastava una sola parola per evitare che il sole si spegnesse.
Donatella D’Angelo ©2011
http://tabatha4ever.blogspot.com/
Foto allegata:
Battle of Bosworth
by Philip James de Loutherbourg
A volte soffochiamo una parte di noi senza sapere bene perchè…
Forse non abbiamo ancora approfondito la conoscenza di noi stessi…
Un giorno ci accorgeremo che è una risorsa!
E ti farà vedere il mondo a colori!
Contaci.
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Qui in questo caso è un soffocare l’altro, più che noi stessi. Un uccidere (metaforicamente) qualcuno che non si può avere.
Grazie
Donatella
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ah sì, le aspettative / pretese nei confronti dell’altro—-
vero: le parole non dette, l’attesa di quanto desideriamo e che l’altro magari neppure può comprendere—
vero.
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le aspettative già … 🙂
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Forse è il non detto, forse l’attesa non espressa, ma alla fine accade ciò che doveva accadere. La responsabilità di un rapporto non è mai da una sola parte.
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Era inevitabile. Era scritto fin dall’inizio. 🙂
grazie
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