definiti come voci nella notte,
stantii come ciondolii di cani randagi…
Vanno e perdono rotte,
giocano a intrecciare grottesche labbra di terra.
Gemono e godono nel calpestio di mani.
Han lasciato cicatrici sul mio tempo
come lame di possibilità,
ed io, figlio di un mai,
ne ho percorsi senza ragione.
Bello ritrovarti anche qui, bellissimi versi, un abbraccio!
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Grazie Silvia…
buona serata…
cla
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davvero sosprendente il tuo linguaggio, puntuali le immagini che ne scaturiscono. La chiusa mi risuona dentro come un’eco e temo che riguardi anche me che come tanti , credo, ho percorso sentieri senza ragioni, lasciandomi condurre, trascinare, a volte, verso mete sconosciute. Complimenti!
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Hai colto esattamente il centro Anna, le mete sconosciute…
buona serata e grazie…
cla
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