Pioggia sui pensieri degli uomini,
lacrime, forse, di un reame dimenticato:
una landa aspra e desolata
destinata a fiorire
da un antico legame
di fratellanza.
Isola di tristezza
in un mare di guerre,
di grida di madri e
d’infanti sperduti tra l’armi.
Deserto di fame, di dolore,
di un popolo dalla pelle
simbolo di una schiavitù passata,
non ancora conclusa.
Terra di coloro
che patiscono e aspettano
che la vita faccia il suo corso;
attendono, attendono invano,
Josè Pascal e la sua scatola di latta sostengono la VI EDIZIONE DEL CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA “IL GALANTUOMO” 2012
Carissimo Josè, grazie per gli invii con cui mi rendi partecipe degli eventi.
Qui di seguito ti mando un articolo mio. E’ di oggi. Se vuoi puoi pubblicarlo. E’ sotto questo rigo:
LA TOLLERANZA E’ “OLTRE I LIMITI” (di D. Ruggiero) Qualcosa mi dice che oggi non siamo più in grado di intendere e di non volere. In questo mondo di civiltà post-moderna ciò che manca è la “tolleranza”, anche se ciò può sembrare anacronistico. Infatti, di fronte a qualunque evento fuori della norma siamo abituati in questi giorni a sragionare dicendo: “Cosa vuoi…. lascia andare…. ha bisogno… non ha bisogno… in fondo non è poi così grave… è gravissimo…” senza distinguere se il malfatto o il malfattore o l’evento sono di natura oltre i limiti imposti dalla ragione, … senza distinzione di sorta. A questo punto occorre proporre un intervento di tipo ingegneristico, in ogni campo: da quello delle arti a quello della politica; dalle tasse al malcostume; dalle prigioni ai diritti umani. Non va bene dire: tutto è lecito o tutto non va, come oggi si usa fare. Sarebbe utile istituire, per ogni scala di Valori, un “range di elasticità”, una tolleranza di tipo ingegneristico con limiti predisposti, oltre i quali non sia possibile andare. Solo così è possibile lasciare la struttura in equilibrio, in termini di stabilità. Ogni ulteriore trapasso, a destra o sinistra, è sintomo di pericolo per la vita sociale, o in termini di sperpero di risorse o in termini di garanzie per gli individui, e quindi va in ogni caso eliminato o estirpato o previsto e curato, tralasciando gli interessi personali. E’ inutile dire “non ci avevo pensato”, oggi, per arrivare a non ritrovare più il filo della ragione, domani. In ogni campo e situazione, l’uomo deve poter essere “tollerante” ma non strafottente, sia verso le “associazioni” sia verso “i singoli”. Solo così saremo amici del “nostro prossimo”, amandone i difetti ma non facendoci sopraffare dai suoi “pregi” e solo allora la Società umana avrà un lungo periodo di benessere economico e pace a volontà. (D. Ruggiero – 22-8-2012)
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