Straniero posted by Renata Rusca Zagar

Scacciato dalla mia terra

a piedi scalzi

sono venuto a bussare

al tuo paese

così splendente di luci

dalle strade ordinate e pulite.

Ho desiderato anch’io

– triste peccato –

le scarpe ed una casa ricca

lucida di mobili.

Ma la madre di Cristo

è mia madre

anch’ella scacciata

da ogni locanda del mondo,

di paglia e fieno

è ancora il mio letto

mentre, sotto le coperte

e sottili lenzuola,

riposa il tuo morbido corpo

bianco.

Eppure fino allo sterminato orizzonte

giungeva la mia terra.

Alberi giganteschi

stormivano al sole

intorno al grande fiume

buono

e nella prateria galoppavano

mandrie di animali

abbastanza per calmare la fame.

Ora non è più la mia terra.

Altri mi hanno preso tutto

coi fucili

ed hanno usato la mia donna

illudendola con brillanti

cocci di bottiglia.

Poi il padrone ha chiuso le sue frontiere

e ancora e ancora

sono gettato su carrette

di navi affastellato e

affondato.

No, non avranno cibo

né giochi i miei figli

dagli occhi scuri

né medicine a salvarli

dal male.

Non giocheranno sulle strade

ordinate e pulite del tuo paese

e non esiste luogo

dove possano stare.

Non è loro diritto la vita,

la gioia, l’amore…

Ahi! Sento l’acqua scorrere

gorgogliante,

i pesci guizzare tra

lame di luce

e le ombre fresche

delle grotte di foglie

verdi

là, nel mio Paradiso,

dove camminavo felice

a piedi nudi.

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