“Le crepe nel muro” by Monti Maria Maddalena

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Improvvisa, nel ricordo,

la vecchia casa.

La facciata stinta

e il glicine a coprire

profonde le crepe.

Dal pergolato

di vite americana,

acuto si spande

odor di fragola.

Noi bambini attenti

a sostener la scala

e ad afferrare il cesto

dalla fune.

A cena,

sarà festa là in cucina,

ma i grappoli più belli

sui graticci ad essiccare

per l’inverno avaro.

Con sentieri avventurosi,

traversiamo l’oro brunito

del granturco

e in fondo alla corte

ingaggiamo con le oche

impari gare di scomposti canti.

Al ritorno,

la ruvida carezza dei nonni

e la fetta di pane per merenda

Ma alla sera,a noi piccoli

in silenziosi giochi assorti

giungono gli echi

di una vita grama,

dei raccolti andati male,

della mucca che un vitello

morto aveva figliato.

Inattesa,una nuvola  vela

la luce delle stelle e della luna .

Poesia candidata al Premio internazionale di poesia Piccapane

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4 thoughts on ““Le crepe nel muro” by Monti Maria Maddalena

  1. Elegia di ricordi che accarezzano il cuore e riportano indietro il tempo che chissà perchè è sempre bello quando ha la patina del
    trascorso che dà il sapore della nostalgia e del rimpianto.E’ il passato che diventa presente nel nostro essere di oggi, in quel che siamo e nel nostro sentire in eco di profondo.

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  2. Cara Maria Maddalena Monti,la tua poesia ; Le Crepe Nel Muro,e’ per me commovente e tecnicamente ben espressa.
    Io l’ ho letta e riletta.Mi riporta ai sentieri da me percorsi quando ero un ragazzino insieme ai miei amici nella natura che circondava la borgata romana( Tiburtino Terzo)dove eravamo nati e cresciuti.Io sono diventato poi un fotografo oltre che un autore , e fotografo spesso pure crepe nei muri,o quelli nel catrame dei marciapidi. O gli interventi cromatici nei loro smarriti e sorprendenti dettagli. Non ci appartenne mai la natura come oggetto di rapina da proprieta’ privata e fili spinati o reti metalliche di recnzione.Ci appartenne e ci appartene tuttora nel ricordo della natura ,che ci proibivano i padroni ,quel senso di liberta’ conquistata praticando fori e noi tornando creature meritevoli di fare parte di una biodiversita’ che includeva e include pure la nostra specie.

    Auguri a te e a tutti gli altre poetesse e i poeti.

    E alle donne e alle gentili e profumate mimose, in occasione dell’ 8marzo.

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