“Il poeta contadino” by Avanzi Ester

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C’è un cappello di sole

sulla testa del monte:

è la giovane luce

del nuovo mattino.

Nell’aia, si muovono due cani

col passo ancora inceppato.

Lontana, gracchia una porta.

Un motore stenta

a trainare il carretto:

fuggono, al prepotente arrancare,

scoiattoli e bisce.

Lo spazio, insaporito

di mattutino estivo

è pizzicato, qua e là,

da trilli d’uccelli;

inutile cercarli,

si vedono solo i tuffi

nel verde.

C’è, nelle cose,

la fissità del mattino campestre:

la carriola bucata,

la lamiera che pende dal tetto,

il cerotto sui lembi della tenda,

il covone di sterpi,

la vanga col manico sudato.

Pure lo stanco percorso

dei miei pensieri

s’incanta.

Ma il dovere spinge alle spalle

e vado, libero,

nello spazio pizzicato di trilli,

nel mio piccolo globo di mondo

a dispensar magie

di contadino.

Poesia candidata al Premio internazionale di poesia Piccapane

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