“Sogni di osteria” by Josè Pascal

antica osteria

Uno dopo l’altro al calar del sole

facevan capolinea nella chiassosa piazza,

barattando le proprie braccia

al maggior numero di danari.

Quando scendeva la fredda notte

e tremavano i lampioni,

si riversavano nelle osterie nebbiose.

Un mazzo di carte ed un quarto di vino

li bastavan a scaldare il cuore.

Nessuna pretesa per il giorno a seguire

solo la gioia di poter lavorare.

SOGNI DE OSTERIA

 Ci prima e ci dopo

allu calare de lu sule

i furesi ‘nchiune a chiazza

cercannu fatica.

E quannu scinnia a friddha notte

e trimavane e lucerneddhe,

i sciurnatari trasiane intra e puteche ‘nfumicate

de sicarette, sicari e pippe.

Nù mazzu de carte e nù quartu de mieru

bastavane cu scarfane u core.

Nuddhu pinsieri pe lu giornu a vvinire

sulu a cuntentezza cu ponnu faticare.

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3 thoughts on ““Sogni di osteria” by Josè Pascal

  1. E’ il quadro dei braccianti che al calar del sole andavano in piazza ad offrire le proprie braccia nel lavoro delle terre
    dei padroni e la sera un quartino di vino serviva loro a rinfrancar la fatica e a ricaricare l’animo per quella del nuovo giorno.
    Semplicità e fiducia nella vita senza tanti perchè!

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  2. PERSONAGGI E LUOGHI
    DI POESIA

    Ricordo di chi ci lascia poi
    Inevitabilmente dobbiamo

    E il quarto il mezzo litro
    Il litro i bicchieri

    E le colorate carte

    Vivere e’ insieme di eventi
    Di respiri di abbracci
    Di amori e di lotte

    Fora’ anche
    Una simil partita a carte

    Fotografie poetiche di avi

    Vladimiro Rinaldi

    Versi d dicati
    a una poesia di Jose’ Pascal

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