Uno dopo l’altro al calar del sole
facevan capolinea nella chiassosa piazza,
barattando le proprie braccia
al maggior numero di danari.
Quando scendeva la fredda notte
e tremavano i lampioni,
si riversavano nelle osterie nebbiose.
Un mazzo di carte ed un quarto di vino
li bastavan a scaldare il cuore.
Nessuna pretesa per il giorno a seguire
solo la gioia di poter lavorare.
SOGNI DE OSTERIA
Ci prima e ci dopo
allu calare de lu sule
i furesi ‘nchiune a chiazza
cercannu fatica.
E quannu scinnia a friddha notte
e trimavane e lucerneddhe,
i sciurnatari trasiane intra e puteche ‘nfumicate
de sicarette, sicari e pippe.
Nù mazzu de carte e nù quartu de mieru
bastavane cu scarfane u core.
Nuddhu pinsieri pe lu giornu a vvinire
sulu a cuntentezza cu ponnu faticare.
E’ il quadro dei braccianti che al calar del sole andavano in piazza ad offrire le proprie braccia nel lavoro delle terre
dei padroni e la sera un quartino di vino serviva loro a rinfrancar la fatica e a ricaricare l’animo per quella del nuovo giorno.
Semplicità e fiducia nella vita senza tanti perchè!
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Grazie Sonia. Sempre presente ad attenta. grazie di cuore
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PERSONAGGI E LUOGHI
DI POESIA
Ricordo di chi ci lascia poi
Inevitabilmente dobbiamo
E il quarto il mezzo litro
Il litro i bicchieri
E le colorate carte
Vivere e’ insieme di eventi
Di respiri di abbracci
Di amori e di lotte
Fora’ anche
Una simil partita a carte
Fotografie poetiche di avi
Vladimiro Rinaldi
Versi d dicati
a una poesia di Jose’ Pascal
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