Il mio Paese è assai bello,
ma parecchie tradizioni sono scomparse da tempo,
i giovani l’abbandonano,
pensando che l’artigianato è da mettere da parte,
e si inseguono altri sogni.
Ogni anno ci sono tante tradizioni:
a gennaio si uccide il maiale,
e si riunisce tutto il vicinato,
amici e parenti che vengono da lontano,
tra lavoro e festa,
si beve e si gioca tra amicizia e gioia serena,
se viene a nevicare allora è un fiume in piena,
di pupazzi di neve e giochi dei bambini.
Con il carnevale,
le chiacchiere sono ordinarie,
nel periodo pasquale,
il forno acceso dalla nonna,
fa riscaldare il casatiello,
pizza con le alici e il pomodoro,
e con il pane caldo nel forno,
profumo il cielo del risorto.
Nel periodo estivo si lavora nei campi:
raccogliendo il fieno
e riempiendo di grano i granai,
e il capannone di paglia e foraggio per il bestiame.
Il sudore della fronte,
porta festa ad ogni rione.
L’estate porta gente e figli nativi,
ma dopo ci sono gli addii.
L’inverno natalizio porta le zeppole.
L’arte del contadino
È la gioia del cittadino,
prodotti lavorati in casa:
pane, pizza, formaggi e ogni genere alimentare,
con le mani si deve manovrare.
Ariano Irpino è un Paese antico,
ma molto è stato perso,
per causa della politica.
Prima non c’era niente,
ma la gente era contenta,
perché c’era la Fede e l’amicizia vera.
Poesia candidata al Premio internazionale di poesia Piccapane
Prima c’era la fede e l’amicizia vera” dice il poeta, ma anche un sentire diverso fatto di sincerità e di cose vere che riempivano il cuore. Ora sembra che tutto sia cambiato;: i giovani vanno via dal proprio paese perchè hanno perso la speranza, le tradizioni sembrano cose stantie di tempi passati. Ed invece no, bisogna comprendere che la tradizione è la nostra storia, la nostra forza, la base da proteggere e da cui partire per sognare e costruire ancora il nostro futuro..
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