Terra rossa, quella salentina,
dove l’amor si abbarbica
nel profondo, come edere a
reconditi anfratti.
Volteggia Pan con Elfi celioni,
sulle brune zolle, pregne d’humus ferroso
e dal vomero aperte ad accoglier
la semenza che mai delude
nel raccolto atteso.
Terra unica e ubertosa, par resa
più feconda dal taurino sangue
Di vittime immolate
Sulle are di nostrani dei.
Terra incastonata tra chiaroscuri sassi
Di muri a secco per inanellar
Quei campi che la luce del sole
Nutre e il paesaggio tinge
di quei colori macchiaioli e forti
propri delle nostre rurali contrade.
una bella ode al salento!
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Brava! La poesia ha proprio il respiro della terra, pare di sentirla tanta è amata e “vissuta”.
Come vola quel: “…dove l’amor si abbarbica al profondo.”
Rimarchevole anche l’aggancio ai primordi, alla Terra Madre di tutto.
Complimenti.
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Una bellissima poesia, piena di solfeggi di Pan e riecheggiante di un valore intenso di profumi e vittorie di vita.
Intenso il vivere sulla terra e forte il sapore della realtà che si impregna con essa.
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Grazie poetessa / che hai donato luce d’ anima in versi/ Che bella la poesia! /Quando tutto pare grigio del quotidiano vivere/ Ecco che essa sboccia e si fa fiore/Man mano che leggi/L’arcobaleno o di notte le stelle e i pianeti/ Dentro di te stavano oltre che fuori/
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Come mai non mi fate sapere niente delle vostre iniziative?Vi faccio tanti auguri e datemi vostre notizie, se non è per voi troppo disturbo.
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