Angeli mediterranei by Luigi Leone

.….go find out what are the drawings of the angels.

....vai a sapere quali sono i disegni degli angeli.

Al volgere dei miei primi 50 anni pensavo che la vita non mi avrebbe riservato profondi scossoni.

Un bel lavoro, due figli stupendi, un marito che sentivo molto vicino, i miei hobby cui dedicavo il mio tempo libero, visto che la passione profonda del mio uomo era il suo….divano.

Già il divano, una realtà con cui ci si scontra e si capisce che non abbiamo nessuna possibilità di competere, è impensabile dopo una giornata di lavoro cercare di distoglierlo dalla sua “amante” e dal televisore, specie per chi come lui non era mai stato un tipo molto frenetico, ma in fin dei conti è il male minore che possa capitare.

Per chi come me ha un orizzonte di nebbia e montagne, il mio, rappresentava già un ottimo quadro familiare, ma non avevo fatto i conti con il Salento.

Fu una mia collega al ritorno dalla sua vacanza estiva a parlarmi del Salento, del suo mare, delle spiagge, dei paesini dell’entroterra, della gente e di una musica meravigliosa che ti prende completamente. In quel momento pensai che quella terra avesse offerto qualcosa di più alla mia collega, per dipingere un luogo con tanto entusiasmo è necessaria una “molla” particolare; non escludevo che un abbronzantissimo adone mediterraneo avesse avuto il suo peso per quella descrizione così passionale.

Si sa la curiosità è una componente primaria dell’essere femminile, così iniziai pian pianino ad introdurre l’idea di una vacanza diversa. Ci sarebbe stato da combattere contro “l’amante estiva” di Giulio, mio marito, il lettino del nostro villaggio estivo, anche i miei figli dovevano abituarsi all’idea di non vedere i soliti luoghi, ma, considerando che ci vogliamo un gran bene, contavo alla fine di riuscire nell’impresa; mi venne in aiuto anche il fatto che, dall’alto della sua finestra sul mondo, la televisione, anche Giulio aveva sentito parlare del Salento.

Fu così che mi ritrovai proiettata, insieme alla mia famiglia, in una piazza lastricata di pietra viva, dove sinuose figure ballavano a piedi scalzi una musica mulinante che riempiva completamente l’aria intorno. Senza accorgermi il mio piede batteva il ritmo, più tardi avrei imparato che “se vidi ca se cotula…”, forse fu per quel motivo che un angelo mediterraneo, dalla pelle dorata di sole, dagli occhi profondi come il mare, ci venne incontro invitandoci a ballare. Inutile dire che Giulio con un sorriso rifiutò l’offerta, non aveva ballato da giovane figuriamoci ora, io invece presa da quella musica mi lasciai andare avvisando che non conoscevo quel ballo, l’angelo mi rassicurò dicendo di non preoccuparmi, e seguendo i suoi movimenti, i suoi sguardi, i suoi inviti entrai in quel vortice stupendo.

Finito il brano, il ballerino mi “ripose” con un inchino affianco alla mia famiglia, prese a parlare un po’ con Giulio, mio marito chiedeva a proposito di un ballo-sfida che aveva visto fare prima, e il nostro angelo lo descriveva, nel frattempo vedevo che lo istigava alla lotta, con le dita tese che puntavano sul torace, sembrava che lo stesse iniziando a quel ballo, fatica sprecata pensavo, come pretendere che un albero piantato sul terreno possa muoversi, sorrisi a Giulio e gli strinsi la mano.

Nel corso di quell’estate quell’angelo fu un leit-motiv, ci siamo ritrovati più volte nelle piazze dove si suonava la pizzica-pizzica, ed ogni volta io chiedevo il ballo, ed alla fine lui, dopo il solito chiacchiericcio, “schermava” Giulio, in maniera sempre più pesante, finché, nella nostra ultima serata salentina, accadde il miracolo, mio marito prese a schivare i colpi muovendosi a tempo. Lanciava i suoi fendenti, sembrava un palo dell’illuminazione che combatteva contro una gazzella, ma dai sorrisi che si scambiavano sembrava che il nostro angelo avesse raggiunto il suo scopo. Ci salutammo quell’ultima sera con le parole di mio marito, che “minacciava” di allenarsi durante l’inverno, per prendersi la rivincita l’estate successiva.

In effetti fu così, forte delle sue capacità di documentarsi riuscì a recuperare registrazioni, cd, libri, si appassionò a questa ricerca mentre la mia casa si riempiva di musica salentina, che piaceva anche ai miei figli; io ballavo con loro la pizzica mentre mio marito si “allenava” su di me per la sua scherma.

Tornammo per diverse stagioni giù, per me era diventata la mia seconda terra, di tanto in tanto ci si vedeva con il nostro angelo, ed ogni volta erano schermate terribili con mio marito, che mi accompagnava anche su pizziche d’amore. Durante una scherma Giulio arrivò perfino ad infilzare il nostro angelo, anche se mi è sembrato che l’avesse fatto apposta a farsi prendere, vai a sapere quali sono i disegni degli angeli.

L’inverno, invece, ci si documentava anche su altri balli tradizionali, Giulio provetto ballerino si cimentava nel tango, nei balli sardi, si cercavano dei luoghi vicini dove poter ballare, aveva completamente dimenticato la sua “amante” per tuffarsi anima e corpo in questa nuova dimensione, e questo era da preludio per altri viaggi nei luoghi dei balli.

Durante l’ultima vacanze nel Salento avrei dovuto imparare una lezione che ancora mi accompagna nella mia vita quotidiana. Trovammo il nostro angelo su una piazza di pizzica che ballava da solo, mi lanciai immediatamente nel ballo, la stessa idea la ebbero delle altre ragazze, lui con le sue movenze ci ballava tutte contemporaneamente, una cortina femminea lo avvolgeva quando, da un varco, vide un ragazzo portatore di handicap che ballava a suo modo la sua pizzica solitaria. Volteggiando nell’aria infilò quel varco, prese la mano di quel ragazzo e l’altra la protese verso di noi, ci unì in un girotondo dove ognuno poteva ballare la pizzica secondo le sue capacità, poi arrivò mio marito che si unii al cerchio. Mentre ballavo i miei pensieri andavano alle possibilità di questa danza, all’amicizia, alla condivisione, al mettere in secondo piano il desiderio di mostrarsi a favore di valori più profondi. Al mio rientro a casa vagliai la possibilità di introdurre questo ballo in ambienti poco abilitati, studiammo un percorso, con mio marito e il personale medico, per vedere se quest’attività poteva essere utile nella riabilitazione di persone con handicap fisici. Ora, pur senza possedere delle grandissime capacità, porgiamo ogni settimana quella musica, quelle movenze, quei valori che questa terra ci ha insegnato.

Da diverse stagioni manco dal Salento, giriamo per altri luoghi a conoscere le tradizioni locali, ma tornerò quanto prima nella mia terra, dai suoi angeli mediterranei, nella sua magica pizzica.

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