Eri quello della “carlinga e della fionda”
oggi sei il fattore, il sogno, il dono, il pane.
Uomo che dai cibo ai depressi, agli indifesi
a me poeta senza patria.
Ora mi genufletto alla tua opera feconda
dentro il paesaggio di Dio, tu Uomo sei l’artefice
più amato in questa Natura violenta e violentata.
Violenta perché l’hai violentata insensatamente.
Era un Eden di profumi e viole ciocche
ora è “Terra dei fuochi” di veleni e spartizioni.
Sia benedetta l’opera dell’Uomo, santificato
il sudore di quanto è degno il suo Lavoro
per vivere, produrre e amarti.
Poesia candidata al Premio internazionale di poesia Piccapane
Parole in versi date alla riflessione, perche l’animo si chini su stesso a comprendere l’importanza delle azioni
sul paesaggio di Dio, che è terra da cui dipende la stessa sopravvivenza di un Uomo che a sua volta deve saper essere
artefice del suo destino .
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Considero questa lirica importante e ringrazio l’ autore per averla composta e voluta diffondere.
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