Tracciati su rocce scoscese
come lacci di sabbia
avvinti alle vette,
in equilibrio fra burroni,
percorsi da uomini che,
pieni d’amore per la terra,
portano la speranza
sotto la pianta dei piedi,
spinti da grandi ali
e forti sogni di radici.
Rabbrividendo s’ avvolgono
nei loro manti di nebbia,
sbadigliando al canto dei galli.
Sentieri, che scendono ripidi
sotto il sole del mezzogiorno,
per calmare la sete
in timidi ruscelletti
che parlano da soli
con oscuro ciangottìo
in dimore isolate.
Sentieri distesi su pianure
interminabili e monotone.
Sentieri, spossati dal silenzio
sembrano far la siesta
ai margini della loro ombra,
per continuare dopo,
in zigzagante ebbrezza
senza mai raggiungere la mèta.
Ripidi sentieri della vita
su vette e crinali,
in equilibrio su abissi,
come matasse arruffate
di cui vogliamo districare
un debole incerto filo,
fino all’ultimo giorno
d’ineluttabile strepitoso
incolmabile silenzio.
Dove
l’amore è una eco disabitata,
il ricordo un fantasma errante
e la speranza solo il profilo
d’un futuro senz’ altro tempo.
Poesia candidata al Premio internazionale di poesia Piccapane
Belle le immagini di un profondo sentire : ” i sentieri su rocce come lacci di sabbia ” e gli uomini che ” portano la speranza sotto la
pianta dei piedi ” e ” i ruscellli che parlano da soli” , fino ai ” sentieri della vita… come matasse arruffate”.
Saggezza in estro di parole che disegna un quadro in tasselli di colori ed immagini che fanno ripiegare l’anima su se stessa
in un intimo pensiero..
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Inizio bellissimo, immagini e ritmo veloce. Tante le emozioni che suscita. Forse troppe?
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